giovedì 6 novembre 2008

Stgo DC

Dove hai detto che sei andato a finire, piccolo Mike?

Apri un blog, ti dai un certo tono con le tue frasi altisonanti separate da punti fermi, nomini scogliere sulle quali si infrangono le onde dell'oceano, e nemmeno dici dove sei.
Non ti ricordi dove sei? Guarda fuori dalla finestra.
Piove. Quindi?

Sono a Santiago de Compostela. E potrei anche dire perché questo posto si chiama così, ma non lo farò, tanto c'è Wikipedia.
Santiago de Compostela è in Spagna.
Però, be', non ci sono i tori.
Nemmeno la paella.
Attualmente nemmeno il sole, quindi la parola caliente - che tutti conoscete - qui la si può usare solo per riferirsi alla tipa erasmus della LITUANIA che si tromba un ragazzo prima e dopo i pasti.

Ma Santiago è in Spagna.
Te ne accorgi al mattino, quando scendi di casa alle 10.30 e trovi il netturbino che pulisce le strade e qualche negoziante assonnato che solo allora apre la serranda.
Lo noti quando un ragazzo ti parla male di un locale perché "...chiude presto, alle 4.30!", o quando il tuo coinquilino si alza alle 17.00 e con la voce impastata ti dice hooolaa.
Lo senti nell'aria quando il giovedì sera la strada si riempie di ragazzi con le buste bianche del Carrefour piene di bottiglie, ghiaccio e bicchieri di plastica grandi come vasi da fiori, che adagiano lenti sull'erba del Parco Alameda, nella folla.

La Spagna è qui, la sento tutta quando una chitarra riempie i vicoli nei pressi della Cattedrale e dei suoi tetti, dove mille anni fa i pellegrini arrivavano per bruciare i propri vestiti. Mi scorre dentro quando chiedo a un amico di passarmi un tovagliolo e dico cervatillo invece di servilleta, facendolo squartare dalle risate al pensiero di potermi passare un cerbiatto ("Cervatillo es Bambi, Miguel, que tonto que eres!").

La Spagna è qui e io mi mimetizzo.
Se mi concentro riesco a dire la parola ejercicio - che comporta un raschiamento di gola seguito da ben due sputazzate con la lingua tra i denti - senza dare troppo nell'occhio.
Ho le sopracciglia folte abbastanza.
Un cognome credibile, che mi diverto a pronunciare alla spagnola.
Sono Miguel, pronto a vivere la movida. Mi catapulto nel locale e urlo a tutti hola que taaaal!
(...)
(...)
"Eres italiano, verdad?"
"Sì, pero como..."
"...hombre, se nota!"
E ridono, ridono come solo loro sanno fare.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

bravo mike, mi fa piacere ke ti 6 ambientato alla grande...e finalmente fai anke tu qualke gaffe :P

PS: basta! hai rotto il CAxxO con questo ejercicio :D

Miguel ha detto...

ahhahaha tomma' eccome se ne faccio... faccio anche di peggio!
Comunque lo so che ho rotto il cazzo ma tu non puoi capire il disagio linguistico di chiunque si avvicini a quella parola... e loro che la pronunciano con tanta nonchalance!
cia' bell'

Anonimo ha detto...

questione di tempo caro, ti smarrirai abbastanza presto da dirla alla perfezione, e poi quando tornerai sarà questo il dialogo:
"Ciao belli!"
"Sei spagonolo, vero?"
"si, ma come..."
"Si nota, ciccio!"

Anonimo ha detto...

ciao mick, ho appena ricevuto questo link e sono corso a vedere le novità dalla spagna.. è bello sentire ke ti sei ambientato bn, ke sei già mezzo spagnolo nell'aspetto e nella lingua..e poi ke ti sei dato alla bella vita! :)
ho deciso: quando sarò in regola con gli esami farò anch'io l'erasmus! (uhmmm..:))

Miguel ha detto...

be' matte' in realtà dato il luogo dove tornerà suonerà più come "eh s' ver', bell' ru fra'!"

ciao raf che piacere averti qui... non oso immaginare te in erasmus... :D

Unknown ha detto...

Bueno jejej ese momento cervatillo genial, ahi fue donde definitivamente descubri que nos llevariamos muy bien, jeje pero yo no te llame tonto que conste xDDD

¿Sorprendido?

*Lo de la lluvia, (que gran verdad)

Bks.

Anonimo ha detto...

Sono passata di qui, e ho deciso di fermarmi un pò.
quel tanto che basta per dirti che, si, questo blog ci fa sentire meno lontani.
comunque io resto qui e ti aspetto.
ti voglio bene, e buona fortuna.

Anonimo ha detto...

Como me gusta l'espagna asì...